Padelli tiene a galla l’Udinese, Lazio beffata al crepuscolo da Davis
E così, proprio mentre i rintocchi del nuovo anno già solleticano i calici, l’Udinese agguanta per i capelli un pareggio che ha il sapore del mosto selvatico. Al “Friuli” (che i moderni chiamano con nomi di aziende, ma tant’è) è andata in scena una tenzone di rara astuzia tattica, dove i bianconeri di casa hanno tenuto botta al cospetto di una Lazio tecnicamente più “civilizzata”, ma forse priva di quel furor contadino necessario a chiudere le partite. La notizia del dì è l’avvicendamento tra i pali: fuori l’abituale guardiano, dentro Padelli. E diciamo subito che il veterano ha guidato il reparto arretrato con una perizia che farebbe invidia ai piloti di Maranello; altro che Hamilton, Padelli ha orchestrato i suoi fanti con la bacchetta di un direttore d’orchestra, rendendo i guanti intonsi per quasi tutta la prima frazione. A centrocampo la battaglia è stata cruda, una guerra di logoramento dove Zaniolo – giovine dal talento ancora in cerca d’autore – ha cercato di cucire trame per i compagni. La Lazio, pur dando l’impressione di possedere un “quid” di superiorità nel palleggio, non ha mai veramente impensierito il nostro estremo difensore. Poi, la beffa. Come accade nelle giornate in cui Eupalla (la dea del calcio, per i non iniziati) decide di voltarti le spalle, un tiro laziale scagliato senza troppe pretese – un passaggio al portiere travestito da conclusione – ha trovato la sventurata tibia di Solet. La deviazione, maligna come un colpo di tosse in chiesa, ha spiazzato l’incolpevole Padelli. Un vantaggio immeritato, figlio più del caso che del merito atletico. Sembrava finita, con i tifosi friulani pronti a masticare amaro tra i fumi del vin brulé. Ma il calcio è gioco di nervi e di ultimi respiri. Dopo che Padelli aveva evitato il tracollo con un’uscita coraggiosa, il destino ha deciso di restituire il maltolto. Siamo al 95’: Zaniolo scaglia un fendente che si trasforma, per volere degli dei, nel più dolce degli assist, cosí Davis trafigge Provedel e fa esplodere il “Friuli”. Un pari che è un atto di giustizia poetica. L’Udinese esce dal campo col petto in fuori: la Lazio ha il fioretto e piagnucola per il Var, ma i bianconeri hanno il cuore. E con questo, buon anno a tutti i lettori, purché abbiano ancora voglia di calcio vero.
