Juventus 3 – Udinese 1: questione di minimo sforzo

Della partita c’è poco da dire: Ronaldo (quello finto) decide di chiuderla subito, un po’ come quando ti fanno la puntura a tradimento così soffri di meno.

E diciamocelo, effettivamente dopo quest’ennesimo ciclo di vaccinazioni, le chiappe iniziano a bruciarci, forse anche perché ora sono troppo vicine alla zona che scotta.

Comunque sia, i primi bianconeri d’Italia fanno fare ai secondi una bella sessione di allenamento e permettono alla squadra di Sarri di tornare in testa al campionato con il minimo sforzo.

E credo che ora sia doveroso un esercizio di pura logica friulana, cioè di quel pensiero pragmatico e schietto che in passatoci ha reso possibile, assieme alla volontà, di ripartire dopo momenti bui.

Il primo pensiero va al progetto della società: abbiamo lo stadio più bello d’Italia, un settore marketing che fa invidia, un pubblico che tifa Udinese per diritto di nascita (una sorta di ius soli calcistico), solidità finanziaria… Nessuno ha pensato di fare anche un progetto “di campo”? Intendo una di quelle cose tipo investire nel settore giovanile con convinzione, credere in un tecnico che possa portare un’idea di gioco attuale e costruttiva.

Penso a squadre del nostro livello, Sassuolo e Cagliari (stadio di proprietà e pochi mezzi), oppure all’Atalanta che pochi lustri orsono ci stava dietro in classifica.

Penso all’inutilità di far crescere giocatori a metà per rivenderli senza riuscirci e tenerli per venderli a gennaio.

Penso a una squadra costruita fra i numeri del bilancio e non sulle reali qualità da spendere in un modulo che da 30 anni a questa parte non ha più senso di esistere.

Penso alla tristezza di un secondo allenatore che deve metterci la faccia nel trittico Lazio-Napoli-Juve perché probabilmente nessuno fra i papabili futuri Mister ha gli attributi per mettersi in gioco.

Penso ai giocatori sconfitti in partenza e a quelli (pochi) che non si arrendono.

Penso che basterebbe il minimo sforzo per raddrizzare le sorti di questa stagione ma penso anche che se si continua a dare il minimo per perseguire l’obiettivo minimo…

Cosa abbiamo imparato? Che alc l’è alc e nuje…

F.Colombo